
Trasporto pubblico, da Meloni e Salvini solo tagli e promesse tradite: pronti a batterci contro una manovra che colpisce passeggeri, pendolari, lavoratori, enti locali, sindacati e imprese
- Andrea Casu

- 4 giorni fa
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La manovra 2026 del Governo Meloni è un pugno in faccia all’intero sistema del trasporto pubblico locale: non sostiene il settore adeguandolo all’aumento dei costi dovuti all’inflazione e mette a rischio il rinnovo dei contratti per le lavoratrici e i lavoratori.
Secondo Agens, Anav e Asstra, la copertura attualmente prevista è infatti di circa 150-180 milioni annui, a fronte di un costo complessivo pari a 270 milioni di euro nel 2025, 370 milioni nel 2026 e 510 milioni annui a regime dal 2027.
Nessuna traccia di iniziative per sostenere la crisi dei trasporti, potenziare servizi e collegamenti sempre più difficili con le aree interne, o evitare il taglio di diritti e servizi per cittadini e lavoratori. Nemmeno un euro per reintrodurre il bonus abbonamenti o garantire la gratuità per gli studenti, come già avviene in Campania ed Emilia-Romagna, né per il diritto al ritorno a casa dei fuori sede, come richiesto nelle nostre proposte di legge, presentate insieme al Coordinamento Nazionale dei Circoli della mobilità del PD.
Dal Governo solo tagli che rischiano di compromettere opere fondamentali per la mobilità delle città come la Metro Cdi Roma, la linea M4 di Milano e la metropolitana di Napoli, riducendo al tempo stesso i fondi per la mobilità sostenibile, le ciclovie urbane e lo sviluppo infrastrutturale.
Come Partito Democratico ci batteremo in Parlamento e nel Paese per cambiare una manovra che colpisce passeggeri, pendolari, lavoratori, enti locali, sindacati e imprese, impegnandoci a depositare tutti gli emendamenti necessari per portare nelle Camere la loro voce, evidentemente ignorata dalla Presidente Meloni e dal Ministro Salvini.









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