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Trasporto pubblico locale: smentiamo con i numeri due bugie del Ministro Salvini

  • Immagine del redattore: Andrea Casu
    Andrea Casu
  • 11 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Non devono essere studenti, anziani e famiglie a pagare il prezzo della scelta di Giorgia Meloni di punire gli italiani con il peggior ministro della storia.


Per questo, durante la conferenza stampa sulla proposta di legge del PD per garantire il diritto alla mobilità degli studenti, abbiamo smascherato numeri alla mano le bugie di Salvini.


In primis, la dimensione del taglio ai servizi di trasporto pubblico locale è dovuto dalla scelta del governo di non potenziare adeguatamente il fondo nazionale tpl: sia il documento presentato da Asstra che lo studio presentato da Anav concordano nell’indicare in almeno 800 milioni di euro, il gap stimato di ritardo strutturale rispetto all’andamento nazionale.


Serve un aumento di risorse stabili, adeguate e tempestive per il TPL e questa patata bollente non può essere scaricata su cittadini, lavoratori, aziende, Regioni e amministrazioni locali.


Poi la crisi complessiva delle performance nei servizi di trasporto, che riguarda tutti i settori e che Salvini finge di non vedere e soprattutto più evidente nel trasporto ferroviario.


E dal momento che, come chiediamo senza sosta da due anni, non viene pubblicato il dato sui ritardi di tutto il sistema ferroviario, abbiamo utilizzato gli strumenti di open data per raccoglierli.


In particolare, nel rapporto di RFI 2022-2023 (primo anno del Governo Meloni) emerge una media di minuti di ritardo che passa da 8.2 minuti a 8.7 minuti. Tuttavia, se confrontiamo questi dati con quelli di lunedì 7 luglio, il numero dei minuti medi di ritardo è salito da 8,2 a 12,38 per le Frecce e 14,36 per l’intercity, praticamente il doppio del 2022.


Siamo anche riusciti ad analizzare le interruzioni su una delle direttrici più cariche e frequentate dell’Unione europea, la Roma-Milano, che sono passate dalle 9.934 del 2023 alle 11.952 del 2024 e relativamente al 2025 siamo già a 7.080 nel primo semestre 2025 in incremento rispetto al primo semestre dello scorso anno quando erano state 5.210.


Sono numeri che certificano la pessima gestione del Ministro Salvini e la proposta che abbiamo presentato lo scorso mercoledì, serve proprio a lanciare un monito politico al governo tutto tasse e propaganda: basta tagli servono più risorse per finanziare il diritto alla mobilità.


Non permetteremo di scaricare sulle tariffe per i passeggeri la crisi del tpl come non abbiamo permesso nel dl infrastrutture di scaricare su tutti gli utenti l’aumento dei pedaggi.


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