Aggredire un uomo non rende più uomini. Rende solo e soltanto criminali.
- Andrea Casu
- 5 nov 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Stava solo camminando per strada, solo questo.
Un cittadino di origine bengalese, residente a Roma, non stava facendo altro quel giorno. Stava camminando.
E tanto è bastato per scatenare la bestialità di un noto trapper romano, in arte Sayanbull, che si è avvicinato a lui e gli ha rifilato un calcio in pieno viso, lasciandolo esanime a terra.
E poi, non contento, se ne è pure vantato. Perché quella scena, volutamente ripresa da alcuni suoi amici per fare gli splendidi sui social, è stata caricata online.
Si vede il calcio, si vede il giovane a terra privo di sensi, si sente il commento sarcastico di colui che riprende: "Nooo Fra… perché? Perché? Questa cosa”. E infine, siccome lo schifo non era troppo, si legge anche una didascalia volta a irridere la vittima: "Questo è un uomo?".
Ci sono voluti 8 mesi, ma finalmente i responsabili di questo orrore sono stati arrestati. Si tratta di quattro giovani, il più noto dei quali è proprio il trapper Sayanbull, al secolo Alex Refice, 25 anni. A lui si aggiungono Manuel Parrini, di 23 anni, Omar Nguale Llunga di 36 e Tiziano Barilotti, 32 anni.
Dovranno rispondere di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Picchiare un innocente non vi rende dei fighters, lo sport è un'altra cosa.
Assalire una persona non vi rende degli artisti di successo, perché la trap è arte e non violenza.
Aggredire un uomo non rende più uomini. Rende solo e soltanto criminali.
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