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Meloni copre i tanti disastri del suo candidato: intervista a La Repubblica

Intervista a La Repubblica Roma (Pagina 2) di Lorenzo De Cicco pubblicata in data 02/02/2023


ROMA - «Possibile che Donatella Bianchi non abbia ancora smentito di voler tornare in Rai dopo la campagna elettorale per poi essere ricandidata alle Europee?», si chiede Andrea Casu, deputato e segretario del Pd Roma. La candidata alla Regione di Conte, aggiunge, «usa la Rai come un taxi». Ne ha anche per il candidato della destra, Francesco Rocca: «Il governo Meloni interpellato in Parlamento copre la gestione opaca nella Croce rossa ammettendo 28 commissariamenti locali ma minimizzando il problema».

Onorevole, perché?

«Perché è proprio per l'immagine che hanno scelto Francesco Rocca e adesso non vogliono sporcarla. La destra nel Lazio ha collezionato soltanto fallimenti politici, per questo prende in prestito i candidati, come è accaduto alle ultime Comunali quando hanno presentato ai romani Enrico Michetti. Ma sbagliano anche nel sceglierli...».

La sfida nel Lazio è ancora aperta? È vero che per qualche giorno sembrava potesse esserci un accordo col M5S su Massimo Bray?

«La sfida è aperta solo per D'Amato e Rocca. Nel Lazio con il Movimento 5 Stelle non c'era solo un accordo, governavamo già insieme. Se il problema fosse stato davvero la sanità o i rifiuti non avrebbero sostenuto la giunta di Nicola Zingaretti. Il tema è un altro: Giuseppe Conte vuole far vincere la destra perché il suo obiettivo è arrivare un voto sopra il Pd alle prossime elezioni Europee per poi ricostruire l'alleanza da socio di maggioranza.

Bianchi esclude il voto utile dal Movimento 5 Stelle al Partito Democratico. Dice che Alessio D'Amato elemosina i voti. Che rispondete?

«Rispondiamo con i fatti: D'Amato ha guidato la battaglia contro il Covid, rappresenta la forza dei risultati di 10 anni di governo Zingaretti che lascia la Regione con in pancia 16 miliardi di euro di investimenti. Il voto per Donatella Bianchi serve solo a Giorgia Meloni».

Il congresso del Pd è un gap per le Regionali?

«È un valore aggiunto: quattro belle candidature, tantissime energie, iniziative sul territorio. Ha ragione Letta, abbiamo sventato il tentativo di sostituirci. L'importante è vivere il congresso come confronto, non come resa dei conti. Personalmente voterò Stefano Bonaccini perché sta dimostrando tenacia e capacità che servono per tenerci uniti e portarci avanti. Dobbiamo aprire una nuova fase senza dimenticare da dove veniamo».

Gualtieri sembra avere scelto la via del dialogo con Meloni. Fa bene?

«Fa bene e non sorprende, la buona notizia sono i primi segnali in arrivo da Palazzo Chigi. Finalmente, con il sindaco Roberto Gualtieri alla guida del Campidoglio, la Capitale è tornata ad avere un primo cittadino all'altezza e la massima collaborazione con tutti i livelli istituzionali è indispensabile, dal Pnrr all'Expo».




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