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Il ricordo delle vittime dell'eccidio del Ponte dell'Industria

Era il 1944. In una Roma occupata dai nazisti la gente doveva fare i conti con fame e miseria. Mancava da mangiare. Le razioni quotidiane di cibo non bastavano per tutti e la gente era disperata. Le truppe tedesche invece, potevano contare su svariati forni per la città che fungevano da depositi di farina. Uno di questi era il forno Tesei. La mattina del 7 aprile tra i quartieri Ostiense, Portuense e Garbatella si sparse la voce e la gente si radunò davanti al panificio per reclamare cibo. Tra loro anche dieci donne, madri disperate che volevano far sopravvivere almeno i loro figli. Sottrassero del pane, della farina. Riuscirono a prendere il necessario per sopravvivere. Anche il direttore del forno non fece resistenza. Ma i nazisti questo non lo accettarono. Dopo il furto presero le dieci donne, le portarono sul ponte di ferro e le trucidarono a colpi di fucile. I loro corpi straziati a terra sarebbero rimasti lì fino al mattino dopo. Oggi ero qui, proprio sul Ponte dell'Industria, assieme a Cecilia D'Elia portavoce della Conferenza delle donne democratiche, e assieme al Pd del VIII e XI Municipio per i 78 anni da quell'eccidio. Eravamo qui per onorare insieme quelle vittime innocenti: Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo. Per ricordare insieme un coraggio che Roma mai dimenticherà.




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