Codice della strada primo sì tra le polemiche "Penalizza bici e pedoni" di Luigi Gaetani su La Repubblica del 28 marzo 2024
Da La Repubblica del 28 marzo 2024
Codice della strada primo sì tra le polemiche "Penalizza bici e pedoni"
Approvato alla Camera il ddl del vicepremier: 20mila mail di protesta. Ma regole più severe per chi guida sotto l'effetto di alcol o droghe
di Luigi Gaetani
Alla fine è arrivato l'ok di Montecitorio alla tanto contestata riforma del Codice della strada, voluta dal vicepremier Matteo Salvini ma avversata da associazioni e comitati, che negli ultimi giorni hanno tempestato i parlamentari con oltre 20mila email, delle quali più di 12mila rivolte direttamente a Giorgia Meloni. Ieri l'aula della Camera ha dato il via libera al ddl con 163 sì e 107 no: a favore FdI, Lega e Forza Italia. Contrari Pd, Cinque Stelle, Avs e Azione. Ora il testo passa all'esame del Senato.
«Grande soddisfazione, siamo determinati a salvare vite», ha commentato dopo l'ok il ministro dei Trasporti, secondo cui d'ora in poi ci saranno «più controlli, più educazione stradale, più rigore». Una visione non condivisa da molte sigle e amministratori locali, che da tempo denunciano come la norma penalizzi la mobilità sostenibile, strizzando l'occhio ai motori e alla velocità: di un «passo indietro per la tutela della vita umana» parlano Paolo pozzi e Angela Bedoni, tra i parenti delle vittime della strada che nei giorni scorsi hanno rivolto un video-appello alla premier.
Una delle novità è il pugno duro contro chi si mette al volante sotto l'effetto di alcol o droga: nei casi più gravi - tasso alcolemico superiore a 1,5. grammi per litro- si rischia l'arresto da 6 mesi a un anno e una multa da 1.500 a 6mila euro, oltre alla sospensione della patente da uno a due anni. In caso di stupefacenti basterà risultare positivi al test per far scattare la revoca della patente, che può essere sospesa fino a tre anni. Regole più severe anche per chi usa il cellulare al volante.
Ma a scatenare le polemiche è la stretta sugli autovelox. Chi infrange le regole avrà vita più facile: in caso di multe con l'occhio elettronico, niente sanzioni multiple se gli eccessi di velocità sono registrati sullo stesso tratto di strada ed entro un'ora, la sanzione diventa una sola, cioè quella più grave, maggiorata di un terzo. Duro il commento delle opposizioni: «Il Governo Meloni ha scelto ancora una volta di guardare al passato - scrive deputato Pd Andrea Casu - non ha raccolto l'appello dei familiari delle vittime della strada a mettere la sicurezza al primo posto, non affronta il grande tema della velocità, della disattenzione e del rispetto delle regole e dei limiti attraverso il ricorso alle nuove tecnologie», mentre invece porta avanti « un'assurda "crociata" contro i poteri dei Sindaci, contro la ciclabilità e la mobilità sostenibile». Nel testo ci sono novità che appaiono quasi punitive nei confronti di chi usa la bici o altre forme di trasporto ecologiche. Riduce e rende più vaghi i requisiti delle ciclabili, diminuendo i poteri dei sindaci in materia. Elimina l'obbligo di mantenere un metro e mezzo di distanza nel sorpasso di una bicicletta, mentre introduce targa, caso e assicurazione obbligatori per i monopattini. E non prevede il dovere di installare dispositivi contro gli angoli ciechi sui mezzi pesanti.
«Il nuovo codice individua i nemici nelle bici e nella micromobilità - accusa Francesca Ghirra di Avs - concentra tutti i poteri nel ministero e azzera il ruolo dei Comuni, mette al bando esperimenti virtuosi come quello dei 30 all'ora». Pessimo pure il giudizio di Riccardo Magi di +Europa che parla di «un obbrobrio giuridico, che penalizza le persone normali e dà un lasciapassare all'Italietta che vuole sfrecciare con le auto nei centri urbani». Dal M5s, col deputato Luciano Cantone, parte l'accusa alla maggioranza «state strizzando l'occhio ai vari Fleximan», i sabotaggi agli autovelo.
Desta perplessità anche l'ok a moto e scooter 125 cc su autostrade e tangenziali (se guidate da un maggiorenne), così come il fatto che i neopatentati potranno guidare mezzi più potenti rispetto al passato (autoveicoli fino a 75 kW/t e auto fino a 105 kW/t).
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