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Casa per casa fino al 4 dicembre, per condividere idee, dubbi e speranze


In queste settimane, abbiamo avviato una campagna casa per casa, per condividere idee, dubbi e speranze con amici, colleghi e conoscenti. Per entrare nel merito di ogni singolo aspetto della riforma, partendo proprio dagli aspetti meno chiari, e riscoprire insieme la voglia di sorridere al futuro. A tutti gli amici che mi hanno chiesto un contributo tecnico e neutrale circa i reali contenuti della riforma segnalo volentieri l'ottimo lavoro realizzato dal giovane avvocato Francesco Magni per il nuovo portale di servizi legali www.alterego.studio dal titolo "il diritto, l'Italia e la riforma istituzionale"

Prima di decidere cosa votare è importante documentarsi su che cosa effettivamente prevede la riforma, ma credo che sia necessario anche alzare lo sguardo oltre l'insieme delle singole norme costituzionali che vengono modificate e guardare negli occhi il nostro paese.

In Italia esiste un abisso. Tra i principi della nostra Costituzione e la realtà concreta in cui siamo poi ogni giorno chiamati a vivere, tra il predicato e il praticato, quello che facciamo e quello che diciamo. Abbiamo scritto la più bella Costituzione del mondo, ma non abbiamo saputo metterla in pratica. I nostri Partiti e i nostri Sindacati tutti, non la rispettano. E così facciamo troppo spesso anche con le nostre leggi, perfette sulla carta e così difficili da applicare. Con i nostri istituti di democrazia diretta, per accedere ai quali si deve ricorrere a procedure troppo complicate. Le nostre Istituzioni, nel loro complesso, quanto sono capaci oggi di assolvere al compito che l'art. 3 attribuisce alla Repubblica? Camera e Senato, Comuni e Provincie, Stato e Regioni, anche il Cnel tutto nasce per un motivo, contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono l'uguaglianza, lo sviluppo e la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica, economica e sociale del Paese. Una promessa tradita che condanna all'esilio le nuove generazioni, che troppo spesso regala opportunità solo a chi già le ha e relega ai margini tutti gli altri. Un paese dove le mele delle politiche, nella scuola come nella cultura, nella sanità come nei trasporti, cadono ogni giorno molto lontano dai rami dell'albero della Costituzione, già oggi.

Ecco, ogni voto a un referendum è sempre un voto politico. Per questo votano tutti i cittadini e non solo gli addetti ai lavori. Non è un voto su un Governo o sulle singole procedure ma una scelta sulla direzione che si vuole imprimere al procedere di un paese.Nel paese dei guelfi bianchi e dei guelfi neri, dei mille campanili e dei duemila derby, questo referendum è subito diventato una partita tra due squadre, un inutile e dannoso plebiscito pro o contro Renzi. Ma la posta in gioco è chiaramente più alta. Se guardiamo alla luna oltre il dito è facile accorgersi che i tempi della politica stanno cambiando ovunque, anche in Italia. Il futuro diventa passato sempre più rapidamente, per la prima volta siamo chiamati a votare una riforma costituzionale nell'ambito della stessa legislatura che l'ha approvata. Qui a Roma in meno di quattro anni siamo passati da Alemanno a Marino alla Raggi, dal Governo Monti, le elezioni tra Bersani, Grillo, e Berlusconi, al Governo Letta, al Governo Renzi. Siamo alla fine della legislatura, presto le elezioni riscriveranno il colore delle nostre Istituzioni. E non sarà questo referendum a determinarne oggi gli incerti esiti futuri.

Questo referendum serve ad altro, consente a tutti noi di scegliere se vogliamo continuare a vivere stagioni di eterni e inconcludenti dibattiti o dare fiducia a una politica che sceglie di prendersi le proprie responsabilità, occuparsi compiutamente dei temi che solleva, assumersi fino in fondo l'onere di una proposta. Troppi tentativi falliti ci hanno regalato questo bivio, oggi così stretto. Un sì o un no. Se passerà questa riforma, con tutti i suoi limiti, avremo un punto di ripartenza per provare a ricostruire e se necessario a correggere, ben oltre l'orizzonte di Matteo Renzi e di quanto di giusto e di sbagliato sia stato in grado di fare il suo Governo. L'alternativa invece è dietro l'angolo alle nostre spalle, ha l'odore stantio della sensazione di eterno dejà vu che viviamo ogni giorno da tanti anni. Sono le Istituzioni che conosciamo, il Parlamento e i parlamentari, il Cnel e le province, lo Stato, le Regioni e il Paese che conosciamo e che respiriamo ogni giorno. Hanno ragione i sostenitori del No, non cambierà nulla se vincerà il No. Proprio per questo penso che non dobbiamo sprecare questa occasione.

Abbiamo ancora sette giorni a disposizione per organizzare incontri e appuntamenti se avete voglia di darci una mano potete contattare il coordinamento romano del comitato "Basta un sì" all'indirizzo mail comitato@bastaunsiroma.it.

Oggi alle 1730 Matteo Renzi aprirà ai romani le porte della nuova "Nuvola" di Fuksas, per dare avvio anche a Roma all'ultima settimana di campagna referendaria. Una campagna che avrà senso solo se sapremo viverla strada per strada, casa per casa, al fianco delle persone che ancora non hanno capito l'importanza della posta in gioco il prossimo 4 Dicembre!


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