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La rivoluzione di primavera in Birmania: iniziativa a Roma a 4 anni dal colpo di stato militare

Da quattro anni, il Myanmar è oppresso da una dittatura militare che soffoca ogni dissenso con arresti, condanne e violenze. A pagare il prezzo più alto non sono solo i rappresentanti eletti, ora prigionieri, ma anche i civili innocenti, vittime dei conflitti.


Per questo è fondamentale rafforzare gli sforzi diplomatici e, al tempo stesso, sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed europea, anche attraverso iniziative importanti come “La rivoluzione di primavera in Birmania” a cui ho partecipato proprio nel giorno del quarto anniversario del colpo di stato.


Grazie alla Segretaria Generale di Italia-Birmania Insieme, Cecilia Brighi, e al Portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, per avermi invitato ad intervenire in una sede istituzionale come Esperienza Europa – David Sassoli, che richiama la responsabilità dell’Italia e dell’Europa sul tema.


Come Partito Democratico, rinnoviamo il nostro impegno affinché la comunità internazionale non assista passivamente alla distruzione del Myanmar e agisca per la liberazione della leader democratica Aung San Suu Kyi, che dal 2021 sta scontando 27 anni di carcere, e di tutti i prigionieri politici e per l’avvio di una transizione che restituisca democrazia e libertà al popolo birmano.




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