Relazione Ministra Cartabia: riformare il CSM e intervenire sulle carceri sono le nostre priorità
Mercoledì, in Aula, abbiamo approvato la relazione della Ministra, Marta Cartabia, sull’amministrazione della giustizia. Per la prima volta, ha votato con noi Cecilia D'Elia, neoeletta nel Collegio Roma 1 e a cui tutta la Camera ha tributato un caloroso benvenuto. Negli interventi di Walter Verini, Andrea Giorgis e Alfredo Bazoli, la posizione del PD:
La relazione mette in evidenza criticità e ritardi strutturali, inaccettabili situazioni. Dobbiamo arrivare prima possibile alla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. La Ministra Cartabia ha lavorato con il Parlamento innestando il suo lavoro su quello compiuto dal predecessore Bonafede, modificando quelle parti che (anche a nostro giudizio) erano da cambiare profondamente, come la Prescrizione. La riforma del CSM sta in questo quadro ed è necessaria e urgente per contribuire a quella "rigenerazione" della Magistratura, che, anche per proprie pesanti responsabilità, vive da tempo una pericolosa crisi di credibilità. La guida del Presidente della Repubblica è stata un riferimento puntuale e unificante, così come lo è stato il mandato svolto quotidianamente dal Vicepresidente Ermini, che ha guidato in mezzo alla tempesta il Consiglio tenendo come riferimento la sua autonomia e la Costituzione. Ora si deve voltare pagina. Auspichiamo che gli emendamenti sottoposti alla valutazione politico-istituzionale del Consiglio dei Ministri arrivino quanto prima in Commissione. Dobbiamo approvare presto la riforma, per consentire al CSM di approvare in tempo i nuovi regolamenti e giungere con le nuove regole all'elezione del nuovo organismo. Dobbiamo aiutare la magistratura a ritrovare credibilità per rafforzarne e non indebolirne l'autonomia e l'indipendenza.
Nell’affrontare il tema delle carceri, la Ministra Cartabia ha usato parole di verità che noi apprezziamo e al tempo stesso ha indicato una serie di interventi che il Governo intende predisporre. Si tratta di interventi ispirati al dettato costituzionale, che noi condividiamo e vogliamo contribuire a realizzare. Perché a nostro avviso dare piena attuazione alla finalità rieducativa della pena come prescrive la Costituzione non è solo rispettare un precetto giuridico, ma è giusto e si traduce in un beneficio per l’intera collettività. Quando ai detenuti è garantita l’opportunità di intraprendere percorsi di risocializzazione i tassi di recidiva diminuiscono e in maniera significativa. Purtroppo, oggi lo scarto tra ciò che è e ciò che noi vorremmo che fosse, è profondo e la pandemia ha contribuito a renderlo ancora più insostenibile. Alla carenza e alla inadeguatezza degli spazi, si accompagna una carenza di personale. Vi è poi il problema della salute in carcere e, in particolare, della salute mentale. C’è perciò l’urgenza di una strategia complessiva che, attraverso una pluralità di atti normativi e amministrativi, agisca sulle strutture materiali, sul personale e sulla sua formazione, a partire dall’attuazione e dal potenziamento (anche grazie ai fondi complementari del PNRR) di alcuni investimenti disposti nelle ultime leggi di bilancio. Il Pd ribadisce in quest’Aula l’urgenza di provvedere alle principali criticità del nostro sistema penitenziario e il nostro convinto sostegno all’azione del Governo, nella prospettiva di una piena ed effettiva attuazione della Carta costituzionale.
Abbiamo apprezzato la relazione della ministra Cartabia anche perché c’è un'attenzione particolare all'organizzazione del servizio giustizia. Troppo spesso viene sottovalutato questo aspetto per noi è prioritario. La digitalizzazione rappresenta uno sviluppo utilissimo, e per questo riteniamo che l'assunzione (grazie ai fondi del Pnrr) di oltre 14.000 persone che andranno a costruire l'ufficio del processo possa rappresentare uno spartiacque decisivo per il funzionamento della giustizia e per recuperare quote rilevanti di efficienza e produttività dei magistrati. Allo stesso modo, rivendichiamo fino in fondo il nostro ruolo nell'approvazione delle leggi delega di riforma della giustizia penale e civile, perché siamo convinti che possano produrre risultati significativi per ridurre i processi e la loro lunghezza, rafforzando le garanzie e la terzietà del giudice. Il Partito democratico continuerà a fare la sua parte, con responsabilità ed equilibrio, per proseguire in modo efficace la strada intrapresa. Saremo sempre al fianco di chi ha la forza della competenza, il coraggio delle soluzioni possibili, l'ambizione del riformismo. Perché attraverso una giustizia che funziona passa tanto dello sviluppo del Paese, e tanto del ricomponimento della frattura di fiducia tra cittadini e Stato.
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