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Non esiste solo il limite ai contanti, l’evasione si può combattere anche in modo “gentile”


Non esiste solo il tetto per i pagamenti in contanti, anche nella lotta all’evasione si può‪ #‎faremeglioconmeno‬. Ecco in un articolo per l’Unità alcune idee e qualche proposta in merito.

l dibattito pubblico degli ultimi giorni è stato infiammato dalla polemica sulla proposta di innalzare da mille a tremila euro il tetto massimo per i pagamenti in contanti. Una scelta fortemente criticata anche da Raffaele Cantone. Il quale ha però al tempo stesso sottolineato come certi interventi sul limite dei pagamenti in contanti rischiano comunque di essere solo dei “pannicelli caldi”. In un Paese dove è molto diffusa una vera e propria cultura dell’evasione, quale che sia il limite dei pagamenti, esistono fattori molto più significativi, come la pressione fiscale e la sensazione di sfiducia nei confronti del fisco, che minano l’efficacia delle politiche di contrasto del fenomeno.

E’ necessario anche considerare, nel quadro complessivo delle politiche di contrasto, che oggi le frecce costose e pesanti della regolazione fiscale, della sanzione penale e dell’incentivazione economica individuale non sono però le uniche nell’arco dei decisori pubblici che mirano a realizzare meglio gli interessi ed il benessere dei cittadini, scommettendo su una maggiore collaborazione tra amministrati ed amministrazione per il raggiungimento concreto di obiettivi condivisi. L’impostazione dei nudge proposta da Sunstein e Thaler e ormai sperimentata con successo in moltissimi paesi, suggerisce come attraverso opportune spinte gentili si possa ridefinire l’architettura delle scelte senza introdurre nuovi obblighi o divieti, ma mediante pungoli comportamentali che tengano conto dei complessi fattori psicologici e sociali che spesso determinano le scelte di ciascuno di noi.

Qualche esempio? In Inghilterra l’esperienza del Behavioural Insight Team ha dimostrato come sia possibile migliorare il rapporto tra fisco e cittadini facendo leva sui giusti fattori sociali e psicologici anche semplicemente inviando lettere personalizzate (si è migliorata in questo modo del 15% la puntualità fiscale) o sms informativi dettagliati ai cittadini che hanno preso una multa giudiziaria, con un aumento dei pagamenti registrato tra il 5% ed il 33%.

Ogni paese ha la sua cultura e non esistono nudge universali, ma il principio vale per tutti, come suggerisce l’ultimo rapporto della Banca Mondiale interamente dedicato al tema. In “Fare meglio con meno. Nudge per l’amministrazione digitale”, in uscita nella collana Politica Studi di Franco Angeli, riprendo gli esempi che il rapporto avanza per descrivere gli interventi che si stanno realizzando nel mondo per cercare di contrastare grazie a queste spinte gentili la corruzione, intesa come norma sociale.

Anche l’evasione, come la corruzione, si può considerare in molti paesi una norma sociale, un assunto tacito condiviso da moltissime persone e tutti sappiamo quando un comportamento è molto radicato in una società obblighi e divieti tassativi che impongono cambiamenti radicali tendono a non essere accettati originando quel fenomeno che la saggezza popolare riassume nelle parole “fatta la legge trovato l’inganno”.

Per contrastare questo fenomeno si potrebbe ipotizzare di sperimentare in Italia altri interventi che possano aiutare a cambiare prospettiva circa il tema dei pagamenti, tenendo conto delle caratteristiche del nostro Paese. Ad esempio, sarebbe possibile ipotizzare di premiare in termini fiscali e di promozione sociale, magari consegnando loro una vetrofania da apporre all’ingresso, gli operatori economici che ogni anno si dimostrano in grado di aumentare ogni anno la percentuale di pagamenti elettronici rispetto al totale degli incassi o alla media della propria categoria. Oppure, in accordo con le banche, si potrebbero prevedere condizioni migliori per i conti in banca dei cittadini che operano la maggior parte dei propri acquisti con la carta bancomat limitando il ritiro di contanti come già avviene per chi decide di realizzare le operazioni online.

Nessuno si rende conto di quanto l’evasione pesa nelle tasche di ciascuno di noi, ma cosa succederebbe se ciascun cittadino ricevesse al momento della dichiarazione dei redditi un finto assegno con l’indicazione della cifra che ci potrebbe essere restituita se l’anno seguente l’evasione non assorbisse una fetta così consistente del nostro Pil? Ricevere un assegno intestato a proprio nome, un perfetto facsimile, che però non si potrà riscuotere con la stima esatta al centesimo di quanto lo stato ci ha dovuto chiedere individualmente in più a causa dell’evasione quanto potrebbe spingerci a cambiare i nostri comportamenti all’indomani?

Questi sono solo alcuni semplici esempi, indicativi di un metodo. Interventi che devono essere sempre studiati e sperimentati e solo dopo applicati su larga scala, con lo stesso principio che si utilizza per i farmaci. Proprio per questo tendono ad essere molto più efficaci dei semplici pannicelli caldi. Le applicazioni dei behavioral science insight sono infinite, non a caso il Presidente Obama con un ordine esecutivo dello scorso 15 settembre ha reso obbligatorio di programmare interventi frutto di questo approccio a tutti i dipartimenti ed agenzie degli Stati Uniti. Per contrastare efficacemente l’evasione in Italia, una volta stabilito una volta per tutte per legge il limite per i pagamenti in contanti, potrebbe avere senso cominciare a discutere di tutto il resto.

Andrea Casu per l’Unità


 
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